Picc e Pala

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venerdì 26 ottobre 2012

Villa Minozzo: firme contro il ripetitore

Riceviamo dal comitato "Saldine per la decisione virtuosa" e pubblichiamo
“Quell’antenna deve essere realizzato in un altro posto”: lo chiedono con forza gli oltre 200 cittadini di Villa Minozzo che hanno firmato una petizione in cui dimostrano tutta la loro contrarietà al progetto “di un nuovo ripetitore per telefonia mobile dell’azienda telefonica H3G dietro un pagamento di un canone annuo di 10mila euro previsto in località Saldine”.
A causare lo scontento dei cittadini sarebbe la vicinanza del luogo prescelto sia ad “abitazioni con piccoli e anziani,  sia di un centro di cura e riposo per bambini e diversamente abili”.
Ciò che i firmatari chiedono è una revisione del progetto, da concordare con la cittadinanza. “Non ci siamo opposti alla realizzazione del ripetitore – ribadiscono – ma chiediamo prudenza nel fare determinate scelte che riguardano anche la salute dei cittadini”.
Secondo quanto riportato dal comitato "Saldine per la decisione virtuosa", il sindaco Fiocchi avrebbe affermato che vi sarebbero “più di 150 i metri in linea d'aria di distanza dalla casa più vicina”, ma i cittadini smentiscono con decisione: “A noi risulta che i metri siano circa 105-110 dalla casa più vicina. Circa un terzo in meno: non briciole. Siamo stupiti di questa risposta e chiediamo al sindaco di verificare meglio con i suoi tecnici – affermano - Noi discutiamo la scelta di concedere l'installazione dell'antenna in un terreno a 105 metri circa dalla prima casa, a 120 metri dalla seconda e a 130-135 metri circa dalla Casa Protetta. Ci sono bambini che giocano in un prato che è a 80 metri da dove sorgerebbe l’antenna. Chiediamo al sindaco: lui si sentirebbe tranquillo se i suoi bambini o nipoti giocassero a così poca distanza dal ripetitore?”.
Ad aumentare le preoccupazioni di quanti hanno siglato la petizione, poi, c’è anche “un’antenna per telefonia di altri operatori, già installata nelle vicinanze delle prime case coinvolte”. Ma dove potrebbe sorgere il nuovo ripetitore? Il comitato indica “diverse aree pubbliche” lungo la “strada che collega Villa Minozzo a Montefelecchio. Perchè non installarlo lì, lontano da abitazioni?”. 

domenica 12 agosto 2012

C'E' UNA SINISTRA OLTRE IL MONTISMO


Ho molto apprezzato l’articolo di Marco Revelli apparso alcuni giorni fa sul manifesto. Condivido l’esigenza di dare corpo ad uno spazio pubblico di sinistra, che dia una risposta in avanti alle domande di cambiamento che non trovano soluzione nelle ipotesi politiche ad oggi presenti. Ritengo urgente fare un passo in avanti e scrivo queste note per aprire un dialogo esplicito, al di fuori di inutili diplomatismi.
1) Il governo Monti non è una parentesi ma un vero e proprio governo costituente. Se, come ci insegna Carl Schmitt, “sovrano è colui che decreta lo stato di emergenza”, Monti oggi incarna un potere sovrano che attraverso la produzione di paura e rassicurazioni sta realizzando in Italia una rivoluzione iperliberista e la contemporanea passivizzazione di massa. L’obiettivo perseguito è la sistematica distruzione dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, del welfare e la privatizzazione del complesso del patrimonio pubblico. La stessa recessione provocata dalle misure assunte dal governo e dalle forze politiche che lo sostengono, diventa parte integrante di questa azione, basata sull’annichilimento della popolazione, sullo shock per dirla con Naomi Klein.
2) Il carattere costituente dell’azione del governo proietta i suoi effetti ben al di la della sua durata temporale. Le misure assunte ristrutturano i rapporti sociali così come definiscono i confini delle politiche economiche. Il combinato disposto tra inserimento del pareggio di bilancio in Costituzione e approvazione del Fiscal Compact non esauriscono la loro efficacia nei prossimi mesi. Rappresentano un vero e proprio binario obbligato, destinato a fissare per i prossimi anni la politica economica di ogni governo in carica. Il taglio del debito pubblico di 45 miliardi ogni anno per vent’anni è una camicia di forza che inchioda l’Italia a politiche iperliberiste, ben al di la della durata del governo Monti. Una volta messo il binario, dal treno in corsa ci si può affacciare dai finestrini di destra o di sinistra, si ha l’impressione di vedere un paesaggio diverso, ma la direzione è predeterminata.
3) Questo processo è intrecciato con una ristrutturazione dell’Europa che vede il proprio perno nell’uso politico della speculazione e nel ruolo di dominus della BCE. Le ultime scelte dei vertici di capo di stato e della BCE puntano infatti ad un doppio obiettivo: da un lato governare l’euro evitandone la deflagrazione. Dall’altro aumentare la capacità  di pressione sui singoli paesi attraverso un commissariamento di fatto della politica economica e di bilancio. In questo contesto non è per nulla da escludere che il governo Monti arrivi a firmare un memorandum con l’Europa che determini un ulteriore vincolo per i futuri governi italiani.
4) In questo contesto è del tutto evidente che la proposta politica del PD, di unire moderati e progressisti nel governo del paese, non potrà che muoversi sui binari fissati da Monti, producendo minime variazioni sul tema. La valutazione negativa della proposta politica del PD non ha quindi un carattere astratto o pregiudiziale ma è data dal merito concreto della stessa. Le politiche insite nell’accettazione del Fiscal Compact sono destinate ad impoverire il paese, a  stravolgere il quadro politico, sociale ed istituzionale costruito dopo la seconda guerra mondiale e basato sinteticamente sulla democrazia parlamentare, sullo sviluppo del welfare e sulla presenza decisiva del movimento operaio e sindacale. A scanso di equivoci non penso assolutamente che centro destra e centro sinistra siano la stessa cosa o avviano la stessa politica. Penso che il sostegno al governo Monti e la proposta politica avanzata dal PD – sia sul piano dei contenuti che sul piano delle alleanze – non ha nulla a che vedere con la soluzione dei problemi del paese e con l’uscita a sinistra dalla crisi.Il punto oggi non consiste nell’interpretazione progressista del montismo ma nella radicale messa in discussione della strada imboccata dal governo Monti. Occorre mettere in discussione il Fiscal Compact e le politiche di stabilizzazione europee come fanno le sinistre in Europa, da Syriza al Front de Gauche, da Izquierda Unida alla Linke, per non citare che le più conosciute.
5) Per questo ritengo necessario costruire oggi in Italia uno spazio pubblico di sinistra che abbia un progetto radicalmente alternativo di costruzione dell’Europa. Non si tratta di costruire una piattaforma estremista ma di prospettare una uscita a sinistra dalla crisi che sappia intrecciare una politica alternativa sia sul piano europeo come su quello nazionale, come ha saputo fare Syriza in Grecia. I temi dei diritti del lavoro, dei beni comuni, dello sviluppo del welfare, dei diritti civili, della democrazia partecipata e della riconversione ambientale e sociale dell’economia rappresentano nodi centrali da affrontare. Questo progetto può realizzarsi solo se è capace di aggregare e di attivare il complesso delle soggettività che oggi in Italia si pongono sul terreno dell’alternativa di sinistra. Questa è la condizione per poter avanzare al paese una proposta politica chiara e credibile, che sia percepita come una opportunità e non come una residualità.
6) Io penso che oggi non esista alcuna forza politica organizzata – a partire da quella di cui faccio parte – che possa candidarsi a rappresentare da sola questo progetto. Per aggregare il complesso delle forze di sinistra e di alternativa che vi sono nel paese – e non sono poche – occorre dar vita ad un processo consapevolmente plurale in cui convergano esperienze diverse. Occorre costruire uno spazio pubblico in cui chi opera in un partito,  una associazione come Alba, in un comitato, in un sindacato, in un movimento o semplicemente chi vuole impegnarsi per costruire l’alternativa, possa trovare il luogo ove costruire collettivamente. Non voglio fare elenchi perché ogni lista rischia di escludere piuttosto che includere. Occorre essere consapevoli del carattere plurale e pluralista di questa costruzione: non esiste oggi una cultura politica, una forma organizzata, una visione generale, che possa racchiudere il tema dell’alternativa o possa pensare di imporre agli altri e alle altre il proprio punto di vista o la propria prassi politica. Il rispetto della differenza e il riconoscimento della pari dignità dei diversi percorsi può e deve essere il punto fondante questa possibilità così necessaria. Propongo quindi di agire consapevolmente per la costruzione di una lista unitaria di sinistra che abbia nella democrazia, nella partecipazione e nel pluralismo politico- culturale il tratto distintivo e costituente. Non possiamo ripetere le tragiche esperienze della sinistra arcobaleno. Il carattere democratico e partecipato, basato sul principio di “una testa un voto” e non sulla contrattazione tra stati maggiori deve caratterizzare questo processo al fine di decidere programmi, modalità di presentazione alle elezioni, candidati. Federare, confederare, operare una tessitura politica decidendo democraticamente mi pare il percorso che dobbiamo intraprendere.
7) Dobbiamo quindi costruire un percorso democratico di formazione di una soggettività plurale della sinistra che abbia l’obiettivo esplicito di dar vita ad una lista per le prossime elezioni politiche. Questo percorso ha difficoltà a partire se non vi è un segnale politico chiaro. Questa esigenza è oggi largamente sentita nel paese ma non riesce a darsi forma finché non vi è la chiara apertura del processo. Siamo come in una situazione di sospensione: occorre che vi sia un atto costituente per far si che la soluzione “precipiti”. L’atto di partenza però non può contraddire le caratteristiche del processo: nessuno può convocare qualcun altro. E’ necessario che il segnale di partenza sia visibilmente plurale e unitario. Per questo mi fermo qui. Propongo a Marco come a tutti e tutte coloro che possono pensare di contribuire a dare questo segnale di ragionare insieme su come farlo, nel più breve tempo possibile. Io penso che a settembre dobbiamo dare questo segnale e dobbiamo essere in grado di far partire il processo di aggregazione: per costruire l’opposizione a Monti, per costruire una lista per le prossime elezioni, per ricostruire una sinistra degna di questo nome nel regno del montismo.
Paolo Ferrero

domenica 22 luglio 2012

Sentenza eccezzionale

Accogliamo con vero piacere le sentenze 199 e 200 del 20/07/2012 della Corte Costituzionale che di fatto  affermano che l’esito referendario del 11-12 giugno 2011, non riguardava solo l’acqua, ma tutti beni pubblici, come rifiuti e trasporti locali pertanto l’art. 4 della manovra di Ferragosto del governo Berlusconi, che obbligava gli enti pubblici, sotto la minaccia del commissariamento, alla vendita ai privati dei beni comuni è illegittima, in quanto contraria alla volontà popolare espressa in modo inequivocabile nei referendum solo poche settimane prima.
 Ciò significa che ogni svendita di pubblici servizi, non sarà più giustificabile dal fatto che fosse la suddetta legge ad imporla, ma rappresenterà una precisa scelta politica delle giunte e dei consigli comunali, scelte delle quali dovranno rendere conto ai cittadini. Ci auguriamo quindi che il Comune di Villa Minozzo e i vari comuni montani liberi da ogni balzello e leggi incostituzionali avvii al più presto i percorsi necessari al fine di ripubblicizzare i beni comuni partendo dal servizio idrico integrato.
Pierpaolo Prandi, Segretario Circolo Prc "Montagna"

venerdì 20 luglio 2012

No alla chiusura degli uffici postali!

Il partito della rifondazione Comunista  della zona montana ritiene doveroso sottolineare la gravità della possibile soppressione degli uffici postali di Gazzano, Civago e Gatta Gli uffici postali rappresentano da sempre, soprattutto nelle frazioni più piccole e nei punti più decentrati del territorio, un servizio anche di carattere sociale, si tratta di servizi di estrema importanza, soprattutto per le categorie più deboli dei cittadini, come ad esempio gli anziani.  A nostro avviso Poste Italiane non rispetta le esigenze delle imprese e dei cittadini, tra l'altro PI ha chiuso con un bilancio attivo che quindi non giustifica tali scelte. Dopo i numerosi tagli alla sanità, al diritto allo studio e ai trasporti pubblici, il governo attuale continua a mantenere i privilegi di pochi e a massacrare, tramite l’aumento della pressione fiscale e l’abolizione di servizi, la maggioranza della popolazione.  Quello del nostro partito è un appello a tutte le istituzioni per impedire la soppressione degli uffici postali di Civago, Gazzano e Gatta e di tutti i territoti più decentrati.
Pierpaolo Prandi, Segretario Circolo Prc "Montagna"

sabato 14 luglio 2012

Come Rifondazione comunista di Villa Minozzo esprimiamo una grande preoccupazione per le misure del governo e di Poste Italiane che prevedono anche per il nostro territorio la soppressione di numerosi uffici postali. Una scelta che se confermata, priverà anche le nostre comunità, già abbondantemente colpite dalla crisi e dai tagli alla sanità, al trasporto pubblico e alla scuola, di servizi essenziali come gli uffici postali, Il governo Monti e i partiti che lo sostengono scaricano ancora una volta sulle fasce più deboli della società i costi della crisi e continua a lasciare intatti i privilegi delle varie caste, le spese militari e le grandi opere inutili e costose...

mercoledì 11 luglio 2012

Ordine del giorno sulla questione rifiuti

Ordine del giorno che verrà discusso nel consiglio comunale di Villa Minozzo sabato14 luglio sulla gestione rifiuti:

ORDINE DEL GIORNO
SISTEMA DI RACCOLTA E SMALTIMENTO DEI RIFIUTI SOLIDI URBANI
L’autorità di ambito territoriale ottimale di Reggio Emilia, nella seduta del 29/07/2011, al termine
della discussione del primo punto all’ordine del giorno “Piano d’ambito per la gestione dei rifiuti
urbani ed assimilati. Approvazione quadro conoscitivo, modello organizzativo di piano. Indirizzi
per l’attuazione e politiche tariffarie” deliberava di approvare il documento “Definizione dello
stato di fatto del servizio di gestione dei rifiuti urbani. Individuazione delle criticità.
Individuazione interventi necessari al conseguimento degli obiettivi e definizione dello scenario
di piano”.
In tale documento il modello organizzativo proposto per il comune di Villa Minozzo è stato
quello “stradale potenziato per il 100% della popolazione”, in cui la raccolta del rifiuto
indifferenziato, della carta, del vetro e delle lattine rimane sostanzialmente sulla strada, mentre
per la frazione organica si rimanda all’autocompostaggio.
La percentuale di raccolta differenziata del comune di Villa Minozzo, dato del 2010, si
ferma al 29,1%, valore più basso di tutta la provincia di Reggio Emilia.
Il livello di raccolta differenziata atteso nello scenario di piano per il nostro comune è del 41,6%
e la messa a regime dello scenario di piano stesso è fissata entro il 2014.
La gestione della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti urbani è oggetto di studio e discussione
sia a livello provinciale sia a livello nazionale e comunitario, non solo per le problematiche
ambientali naturalmente collegate, ma anche per i profitti economici che se ne traggono da una
gestione rivolta ad inceneritori e discariche, i cui costi ricadono pesantemente sulle famiglie.
E’ altresì vero che in alcune realtà locali italiane si stanno sperimentando con successo
metodi di raccolta con il fine di aumentare considerevolmente il differenziato, e politiche
di riduzione del rifiuto che stanno portando a risultati estremamente incoraggianti.
L’assessore all’ambiente del comune di Capannori (LU) Alessio Ciacci, nel workshop
“STRATEGIA RIFIUTI ZERO” tenutosi a Casina nella giornata di sabato 24 marzo 2012, ha
esposto la propria esperienza quale amministratore di un comune che ha voluto costruire una
politica ambientale i cui punti fondamentali fossero due, e cioè la sostenibilità e la
partecipazione attiva della cittadinanza, con il fine di raggiungere il traguardo dei rifiuti zero
entro il 2020.
L’esperienza di Capannori (ora seguita da oltre una settantina di altri Comuni italiani, del Nord e
del Sud) dimostra che questo obiettivo è possibile e lo si può raggiungere mettendo in campo
tante piccole iniziative ed azioni.
I vantaggi di questa scelta - economici, ambientali e di salute pubblica – sono innegabili!
Per quanto sopra esposto si invita l’amministrazione comunale di Villa Minozzo a:
- informare il consiglio comunale sullo stato di attuazione del piano d’ambito per quanto
attiene il nostro territorio e con quali modalità si è data attuazione al potenziamento della
raccolta su strada, nell’intero comprensorio comunale;
- fare attività di sensibilizzazione, informazione e formazione sulle modalità di attuazione
della raccolta differenziata (inutile disseminare cassonetti per la raccolta delle frazioni di
rifiuto se i residenti non si operano attivamente in questa direzione e buttano
indistintamente i rifiuti nel raccoglitore più prossimo all’abitazione!);
- fare attività di sensibilizzazione, informazione e formazione nell’attività di
autocompostaggio della frazione organica, promuovendo la stessa come importante
azione verso la riduzione di una frazione di rifiuto che, se segue la via dell’indifferenziato,
risulta essere fra le più tossiche ed inquinanti;
- a valutare la riduzione della TARSU e l’erogazione di un contributo nell’acquisto di una
compostiera a favore delle famiglie che svolgono il compostaggio domestico, sul modello
di quanto attuato già da altri Comuni del comprensorio montano (vedi Casina e Carpineti).
La sfida ambientale si sta facendo drammaticamente urgente, e siamo tutti chiamati, cittadini ed amministratori, a fare delle scelte da cui dipenderà il futuro nostro e dei nostri figli.
Prendiamone coscienza e iniziamo seriamente a lavorarci.

venerdì 29 giugno 2012

Mozione sul sistema idrico integrato


Premesso che non siamo nostalgici di uno statalismo antiquato, anzi vogliamo un profondo rinnovamento dell’organizzazione statale che abbandoni le vecchie  pratiche corrotte e clientelari e ponga al centro i diritti e la partecipazione dei cittadini, riteniamo che un bene comune come l’acqua sia proprietà di tutti indistintamente, e la fruizione non deve soggiacere alle leggi di un mercantilismo da rapina che schiaccia i diritti e distrugge il pianeta in cui viviamo per accrescere la ricchezza di pochi.
Proprio per mettere al riparo un bene come l’acqua nasce la nostra proposta di mozione ed è con questa proposta che chiediamo concretamente all’amministrazione comunale di Villa Minozzo di cambiare gli indirizzi di politica del territorio e del governo dei beni comuni, ponendo al centro, la fruizione del diritti e la salvaguardia dell’ambiente.
Gli effetti della messa sul mercato dei servizi pubblici e dell’acqua, frutto di ubriacature neoliberiste, dimostrano come solo una proprietà pubblica e un governo pubblico e partecipato dalle comunità locali possano garantire la tutela della risorsa, il diritto e l’accesso all’acqua per tutti e la sua conservazione per le generazioni future.
Da queste considerazioni nasce la nostra mozione riveduta e corretta rispetto a quella presentata a fine 2011, convinti del sostegno dell’amministrazione locale che da sempre ha sostenuto la campagna referendaria e le battaglia del comitato acqua bene comune.
Di seguito il testo della mozione presentata e che verrà discusso al prossimo consiglio comunale di Villa Minozzo:

MOZIONE
Per inserire nello Statuto Comunale il principio inviolabile che riconosce l’acqua come “diritto umano universale senza rilevanza economica”
Premesso che:
in data 12 e 13 giugno 2011 l'art. 154 del d.lgs. n. 152 del 2006 è stato parzialmente abrogato con l'espunzione, tra i componenti della tariffa del Servizio Idrico Integrato della “remunerazione del capitale investito”; la Corte costituzionale con la sentenza n. 26 del 2011, con la quale ha dichiarato costituzionalmente ammissibile il quesito referendario, ha chiarito che l'esito di questa abrogazione è direttamente applicabile, per cui la disposizione come risultante dall'abrogazione referendaria è immediatamente operativa e non serve attendere alcun intervento legislativo; che l'esito abrogativo si è già prodotto in quanto il risultato referendario è stato sancito con i il Decreto del Presidente della Repubblica 18 Luglio 2011, n. 116 pubblicato in Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 167 del 20 Luglio 2011;
era stata presentata in data 18/10/2011 (prot. 5114), un’altra mozione con identico oggetto e discussa nel consiglio comunale del 05/11/2011, come punto n.3 all’ordine del giorno, al termine del quale, dopo aver rimandato ad opportuna commissione, si è votato di rimandare la votazione della mozione stessa;
in data 28/01/2012, nella sala del consiglio comunale si svolta un’assemblea pubblica, alla quale erano presenti il sindaco ed altri consiglieri di maggioranza, in cui si è discusso della gestione del servizio idrico integrato nel comune di Villa Minozzo: al termine della serata si era proposto di formare un gruppo di lavoro, che si sarebbe dovuto occupare di concretizzare quanto discusso in assemblea.
Considerato che:
il risultato di questa consultazione a livello nazionale dimostra indiscutibilmente una volontà popolare di mantenere il bene acqua al di fuori di logiche di profitto;
il 96% dei votanti di Villa Minozzo hanno espresso in maniera inequivocabile con il loro voto che l’acqua è un bene comune privo di rilevanza economica sul quale non devono essere fatti profitti; questo risultato è un chiaro segnale di volontà politica: i cittadini di Villa Minozzo vogliono la ripubblicizzazione della gestione dell’acqua e chiedono un nuovo modello di gestione interamente pubblico e partecipato dal basso.
Il consiglio comunale di Villa Minozzo si impegna:
ad inserire nel proprio statuto, entro 90 gg. dall’approvazione della presente mozione, i seguenti punti:
 il comune di Villa Minozzo riconosce il diritto umano all'acqua, ossia l'accesso all'acqua come diritto
umano, universale, indivisibile, inalienabile e lo status dell'acqua come bene comune pubblico;
 il comune di Villa Minozzo conferma il principio della proprietà e gestione pubblica del servizio idrico
integrato e che tutte le acque, superficiali e sotterranee, anche se non estratte dal sottosuolo, sono pubbliche
e costituiscono una risorsa da utilizzare secondo criteri di solidarietà;
 il comune di Villa Minozzo riconosce che il servizio idrico integrato è un servizio pubblico locale privo di
rilevanza economica, in quanto servizio pubblico essenziale per garantire l'accesso all'acqua per tutti e pari
dignità umana a tutti i cittadini, quindi la sua gestione deve essere attuata attraverso un ente di diritto pubblico in base agli art. 31 e 114 del d.lgs n. 267/2000; ad incaricare la commissione competente, per valutare: l’eventuale inserimento nello statuto comunale di ulteriori e specifiche norme a difesa dell’ambiente e del diritto pubblico; per quel che riguarda la gestione del sistema idrico integrato, ciò che può essere realizzato nel comune di Villa Minozzo.
Infine, si invita la giunta ed il sindaco di Villa Minozzo, a portare nelle sedi opportune la posizione di questo
consiglio comunale, sia per quanto riguarda la ripubblicizzazione del servizio idrico integrato, sia per quanto
attiene al sistema tariffario, con l’abolizione, come sancito dal referendum, delle voce relativa al “capitale
investito”.

Odg su spese militari

Ecco il testo dell'ordine del giorno sulle inutili spese militari presentato dal gruppo consigliare "Rifondazione Comunista" e che sarà discusso nel consiglio di luglio:

Premesso che:
-Il governo italiano sta procedendo nel programma che prevede la realizzazione di 131 cacciabombardieri F35 che di fatto impegneranno il nostro Paese fino al 2026 con una spesa che si aggirerà ad oltre 15 miliardi di euro;
-l’articolo 11 della nostra Costituzione recita: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”;
Considerato che:
-In un momento di grave crisi economica in cui non si riescono a trovare risorse per gli ammortizzatori sociali per i disoccupati e vengono tagliati i finanziamenti pubblici alla scuola, all’università e alle politiche sociali destinare 15 miliardi di euro alla costruzione di 131 cacciabombardieri è una scelta sbagliata e incompatibile con la situazione sociale del Paese;
-Questa scelta è incoerente con la Costituzione italiana che ripudia la guerra in quanto gli F35 sono aerei d’attacco predisposti anche al trasporto e lancio di ordigni nucleari;
impegna la giunta:
-Ad esprimere al Governo il NO alla guerra dei cittadini di Villa Minozzo, chiedendo di ritirare  questo impegno di spesa;
-Ad invitare i parlamentari e i senatori eletti reggiani  a manifestare in ogni sede  la contrarietà a questo finanziamento.

Nuovo gruppo consigliare

E' stato ufficializzata nell'ultimo consiglio comunale del 23 giugno, la nascita del nuovo gruppo consigliare "Rifondazione comunista" a Villa Minozzo. Il consigliere Vasirani esce dal gruppo "Bene comune" che vedeva al suo interno Partito Democratico e Rifondazione Comunista per creare appunto un gruppo autonomo del nostro partito. Le motivazioni espresse dallo stesso Vasirani ma anche dal coordinatore Prc della zona montana Prandi sono riconducibili alla difficoltà riscontrata nel gruppo "Bene comune" di intervenire in maniera tempestiva sulle problematiche-locali e non- che si presentavano. Difficoltà spesso riconducibili agli impegni personali del tutto legittimi di molti membri del gruppo Bene comune, ma che purtroppo dal nostro punto di vista non potevano più essere sostenute. "Il nostro intento" sostiene Prandi "è quello di presentare  Odg/mozioni/interpellanze sia  su questioni locali sia di più ampio respiro in maniera celere per non fargli perdere incisività". "A tal proposito presenteremo al più presto una mozione sulla gestione del sistema idrico integrato e sull'esito referendario disatteso oltre ad un ordine del giorno sulle spese militari e sulla questione rifiuti":

mercoledì 30 maggio 2012

L'inutile parata....

Lelio Basso  uno dei padri della Costituzione italiana, scrisse all’allora ministro della Difesa Arnaldo Forlani che decise di sospendere la parata militare del 2 giugno 1976 dopo il terremoto che sconvolse il Friuli.
Sono personalmente grato al ministro Forlani per avere deciso la sospensione della parata militare del 2 giugno, e naturalmente mi auguro che la sospensione diventi una soppressione.

Non avevo mai capito, infatti, perché si dovesse celebrare la festa nazionale del 2 giugno con una parata militare. Che lo si facesse per la festa nazionale del 4 novembre aveva ancora un senso: il 4 novembre era la data di una battaglia che aveva chiuso vittoriosamente la prima guerra mondiale. Ma il 2 giugno fu una vittoria politica, la vittoria della coscienza civile e democratica del popolo sulle forze monarchiche e sui loro alleati: il clericalismo, il fascismo, la classe privilegiata. Perché avrebbe dovuto il popolo riconoscersi in quella sfilata di uomini armati e di mezzi militari che non avevano nulla di popolare e costituivano anzi un corpo separato, in netta contrapposizione con lo spirito della democrazia?

C’era in quella parata una sopravvivenza del passato, il segno di una classe dirigente che aveva accettato a malincuore il responso popolare del 2 giugno e cercava di nasconderne il significato di rottura con il passato, cercava anzi di ristabilire a tutti i costi la continuità con questo passato. Certo, non si era potuto dopo il 2 giugno riprendere la marcia reale come inno nazionale, ma si era comunque cercato nel passato l’inno nazionale di una repubblica che avrebbe dovuto essere tutta tesa verso l’avvenire, avrebbe dovuto essere l’annuncio di un nuovo giorno, di una nuova era della storia nazionale. Io non ho naturalmente nulla contro l’inno di Mameli, che esalta i sentimenti patriottici del Risorgimento, ma mi si riconoscerà che, essendo nato un secolo prima, in circostanze del tutto diverse, non aveva e non poteva avere nulla che esprimesse lo spirito di profondo rinnovamento democratico che animava il popolo italiano e che aveva dato vita alla Repubblica.

La Costituzione repubblicana, figlia precisamente del 2 giugno, aveva scritto nell’articolo primo che l’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro.

Una repubblica in primo luogo. E invece quel tentativo di rinverdire glorie militari che sarebbe difficile trovare nel passato, quel risuonare di armi sulle strade di Roma che avevano appena cessato di essere imperiali, quell’omaggio reso dalle autorità civili della repubblica alle forze armate, ci ripiombava in pieno nel clima della monarchia, quando il re era il comandante supremo delle forze armate, “primo maresciallo dell’impero”. Le monarchie, e anche quella italiana, eran nate da un cenno feudale e la loro storia era sempre stata commista alla storia degli eserciti: non a caso i re d’Italia si eran sempre riservati il diritto di scegliere personalmente i ministri militari, anziché lasciarli scegliere, come gli altri, dal presidente del consiglio. Ma che aveva da fare tutto questo con una repubblica che, all’art. 11 della sua costituzione, dichiarava di ripudiare la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali? Tradizionalmente le forze armate avevano avuto due compiti: uno di conquista verso l’esterno e uno di repressione all’interno, e ambedue sembravano incompatibili con la nuova costituzione repubblicana.

Repubblica democratica in secondo luogo. In una democrazia sono le forze armate che devono prestare ossequio alle autorità civili, e, prima ancora, devono, come dice l’art. 52 della costituzione, uniformarsi allo spirito democratico della costituzione. Ma in questa direzione non si è fatto nulla e le forze armate hanno mantenuto lo spirito caratteristico del passato, il carattere autoritario e antidemocratico dei corpi separati, sono rimaste nettamente al di fuori della costituzione. I nostri governanti hanno favorito questa situazione spingendo ai vertici della carriera elementi fascisti, come il gen. De Lorenzo, ex-comandante dei carabinieri, ex-capo dei servizi segreti ed ex-capo di stato maggiore, e, infine, deputato fascista; come l’ammiraglio Birindelli, già assurto a un comando Nato e poi diventato anche lui deputato fascista; come il generale Miceli, ex-capo dei servizi segreti e ora candidato fascista alla Camera. Tutti, evidentemente, traditori del giuramento di fedeltà alla costituzione che bandisce il fascismo, eppure erano costoro, come supreme gerarchie delle forze armate, che avrebbero dovuto incarnare la repubblica agli occhi del popolo, sfilando alla testa delle loro truppe, nel giorno che avrebbe dovuto celebrare la vittoria della repubblica sulla monarchia e sul fascismo. E già che ho nominato De Lorenzo e Miceli, entrambi incriminati per reati gravi, e uno anche finito in prigione, che dire della ormai lunga lista di generali che sono stati o sono ospiti delle nostre carceri per reati infamanti? Quale prestigio può avere un esercito che ha questi comandanti? E quale lustro ne deriva a una nazione che li sceglie a proprio simbolo?

Infine, non dimentichiamolo, questa repubblica democratica è fondata sul lavoro. Va bene che, nella realtà delle cose, anche quest’articolo della costituzione non ha trovato una vera applicazione. Ma forse proprio per questo non sarebbe più opportuno che lo si esaltasse almeno simbolicamente, che a celebrare la vittoria civile del 2 giugno si chiamassero le forze disarmate del lavoro che sono per definizione forze di pace, forze di progresso, le forze su cui dovrà inevitabilmente fondarsi la ricostruzione di una società e di uno stato che la classe di governo, anche con la complicità di molti comandanti delle forze armate, ha gettato nel precipizio?

Vorrei che questo mio invito fosse raccolto da tutte le forze politiche democratiche, proprio come un segno distintivo dell’attaccamento alla democrazia. E vorrei terminare ancora una volta, anche se non sono Catone, con un deinde censeo: censeo che il reato di vilipendio delle forze armate (come tutti i reati di vilipendio) è inammissibile in una repubblica democratica.

sabato 5 maggio 2012

L'ennesima umiliazione!

Nel già drammatico contesto della crisi economica e sociale che affligge oramai dal 2009 anche la nostra provincia, l’introduzione della nuova IMU si pone come il più micidiale ed insopportabile dei balzelli ed è il colpo di grazia per i bilanci già provati della stragrande maggioranza dei cittadini reggiani. Il pagamento della prima rata si avvicina ed è segnato da un clima di incertezza diffusa e sta prostrando i tanti cittadini che si stanno rivolgendo preoccupati a patronati sindacali e commercialisti. Le politiche economiche e sociali del governo Monti ci stanno conducendo sull’orlo del baratro di una recessione economica e di un massacro sociale da cui sarà difficile rialzarsi e gli effetti specifici dell’IMU nella nostra provincia colpiranno duramente soprattutto le fasce più deboli della popolazione, il lavoro dipendente ed il ceto medio produttivo ed in maniera oltremodo sciagurata, per la sua natura di imposta per nulla progressiva oltre che iniqua, da vera e propria patrimoniale per poveri, non lasceranno indenni neanche i cassaintegrati e tutti coloro che non hanno o hanno perso nel frattempo il proprio lavoro, ma sono proprietari della casa in cui vivono e frutto di anni di sacrifici. Per tutto questo siamo contrari all'IMU ritenendola l'ennesima tassa iniqua atta solo ad umiliare le oramai disperate famiglie italiane, un balzello che non si preoccupa delle ulteriori ripercussioni sociali che comporterà.
Prc Villa Minozzo

mercoledì 18 aprile 2012

Il rischio dell'antipolitica


Ormai tutti sembrano cedere all'onda dell'antipolitica: "i partiti sono tutti uguali e tutti ladri". Noi non condividiamo i toni demagogici che sta assumendo il dibattito sul finanziamento dei partiti. Come ogni attività, la politica richiede energie, disponibilità di tempo e comporta costi. Sostenerli con risorse pubbliche è la condizione per garantire a tutti la possibilità di accedervi, ovviamente purché questo avvenga con meccanismi trasparenti, leggi chiare e vincolanti, ed è su questo che bisogna lavorare. Così come servono regole trasparenti sui contributi dei privati, se vogliamo evitare di consegnare il controllo della politica a lobby di finanziatori interessati. Destinare denaro pubblico ai partiti non è uno scandalo, ma un investimento nella de­mocrazia. Altri sono gli scandali, gli sprechi, le ruberie, il costo della corruzione. La giusta indignazione verso chi distoglie quelle risorse per fini personali tradendo la fiducia degli elettori e il vincolo etico della politica non può cancellare il ruolo essenziale dei partiti come strumenti della rappresentanza. Naturalmente i partiti devono ammettere la propria crisi e assumere la sfida del rinnovamento, per colmare la distanza con la società e restituire alle persone la percezione che la politica possa essere davvero utile al cambiamento e al progresso sociale. Non giova a questo scopo che i partiti si chiudano a riccio nella propria autodifesa, ma non giova neppure che voci autorevoli facciano di ogni erba un fascio accusando tutti i politici di essere una casta. Come se industriali, banchieri e ministri tecnici non fossero una casta pure loro. Non vorremmo che a quella dei politici si sostituisse la casta di chi si autodefinisce società civile. Inoltre i partiti NON sono tutti uguali basta dare un occhiata alla tabella pubblicata per rendersene conto.
Prc Villa Minozzo

lunedì 8 febbraio 2010

I candidati al consiglio regionale della Federazione della sinistra di Reggio


Giornata di presentazioni quella di ieri. Dopo la “vernice” per la squadra di Sinistra ecologia e libertà, è stata la volta della Federazione della sinistra. Nella lista presenti rappresentanti di Rifondazione Comunista,
dei Comunisti italiani e della società civile. Ecco i nomi: Donato Vena, segretario del Pdci;
Alberto Ferrigno, consigliere provinciale di Rifondazione; Paola Mistrali, insegnante; Francesca Montecchi, impegnata nel settore del volontariato; Pierpaolo Prandi, operaio nel settore ceramico.«Veniamo da un governo regionale di centrosinistra di cinque anni ha detto Donato Vena che ha operato bene. Sosteniamo Errani perchè i primi incontri sul programma con il candidato hanno avuto esito positivo. E poi come rappresentante delle regioni Errani ha contrastato le politiche del Governo».

FONTE : l'INFORMAZIONE DI REGGIO




Giochi quasi fatti anche nell'ala sinistra della coalizione con le candidature certe di Alberto Ferrigno, Paola Mistrali, Pierpaolo Prandi e Francesca Montecchi. Per il quinto nome potrebbe spuntare l'ex consigliere comunale Donato Vena o la giovane operaia della Tecnogas di Brescello Ginetta Di Vincenzo. Un mix di amministratori e società civile che forse rappresenta, con i grillini, la vera novità di questa consultazione elettorale


FONTE: REPORTER.IT




La Federazione della Sinistra è pronta a schierare la squadra per le elezioni regionali. La formazione, che raggruppa Comunisti italiani, Rifondazione comunista, Socialismo 2000, e l’associazione nazionale Lavoro e Solidarietà, correrà a livello regionale a sostegno della riconferma di Vasco Errani. Nella lista ci saranno due esponenti di Rifondazione comunista, due del Pdci e un indipendente. Il Prc schiererà il consigliere provinciale Alberto Ferrigno e Pierpaolo Prandi. Nelle fila del Pdci invece il segretario provinciale Donato Vena e Francesca Montecchi del coordinamento cittadino. Per quanto riguarda l’indipendente circola il nome di Paola Mistrali.


FONTE : GAZZETTA DI REGGIO

mercoledì 3 febbraio 2010

Incontro della Federazione della Sinistra a Felina


Si terrà presso l'osteria l'Aquila Nera di Felina sabato 13 febbraio, un incontro della Federazione della Sinistra aperto agli iscritti e ai simpatizzanti PRC e PDCI. Partecipate numerosi, a seguire ci sarà una cena per la quale è necessaria la prenotazione. Per informazioni : 3282241819 - 3396484857 - 3489213050

venerdì 18 dicembre 2009

RIFONDAZIONE ADERISCE ALLA MANIFESTAZIONE ANTIRAZZISTA CONTRO IL PACCHETTO-SICUREZZA CHE SI TERRA' A REGGIO SABATO

Rifondazione Comunista aderisce alla manifestazione indetta contro il pacchetto sicurezza, approvato dal governo Berlusconi nello scorso luglio, che si svolgerà a Reggio Emilia sabato prossimo.

Il pacchetto sicurezza ha istituzionalizzato le ronde fasciste e della Lega Nord e ha rafforzato il “razzismo di Stato”, superando in negativo la stessa legge Bossi-Fini approvata nel 2002. Introducendo il reato di clandestinità, il “pacchetto” traduce vergognosamente lo status di immigrato irregolare nella “legale” esclusione dai pubblici servizi; nell’imprigionamento nei Centri di Identificazione ed Espulsione per 6 mesi; nella sanzione fino a 10 mila euro e nell'espulsione dal suolo italiano. Basta perdere il lavoro, in questa fase di profonda crisi economica, per diventare clandestino ed essere così perseguibile. Essere esclusi dai pubblici servizi, poi, equivale ad essere invisibili, non potendo accedere alle cure sanitarie; non potendo concorrere nei posti di lavoro o nell’assegnazione delle case; non potendo registrare i propri figli all’anagrafe oppure iscriverli all’asilo nido, alla scuola e via dicendo.

Lottare contro queste norme persecutorie e discriminatorie che colpiscono le fasce più deboli della società significa lottare contro un nuovo apartheid istituzionale e contro una politica razzista che ha come unico obiettivo la criminalizzazione e la de-umanizzazione di milioni di persone.

Per questo Rifondazione Comunista sarà presente alla manifestazione e lotterà per tutelare la vita e la dignità di uomini, donne e bambini, che parte di un Italia – razzista e fascista – vorrebbe, dopo averli sfruttati, farli semplicemente scomparire.


Nando Mainardi Segretario Regionale PRC

Mirco Tincani Segretario PRC Federazione di Reggio Emilia

domenica 29 novembre 2009

Assemblea pubblica del coordinamento dei lavoratori del distretto ceramico


Da L'Informazione di Reggio :

DISTRETTO IN GINOCCHIO
Ieri a Scandiano oltre 50 cittadini si sono riuniti per rivendicare i propri diritti
«In corteo per difendere il nostro lavoro»
Sempre più famiglie fanno fatica a pagare il mutuo: centinaia di case all’asta

Lavoratori, delegati, cassaintegrati, tutti insieme per rivendicare il
proprio diritto al lavoro. Più di cinquanta cittadini del comprensorio ceramico
tra Reggio e Modena si sono trovati ieri mattina a Scandiano per il
primo incontro pubblico del Coordinamento Lavoratori Zona Ceramiche.
A un mese e mezzo dalla sua nascita, il coordinamento ha riunito i lavoratori
del ramo ceramico e metalmeccanico coinvolti nelle principali vertenze
sindacali a ridosso delle due province limitrofe .
C’erano i delegati della Marazzi, gruppo in difficoltà che in questi giorni
ha avanzato richiesta di cassa integrazione straordinaria per tutti i siti produttivi, c’erano quelli del l’Impronta Italgraniti, della TAT di Roteglia, del settore metalmeccanico come la Terim di Baggiovara e della Ferrari di Maranello .
Proprio il distretto ceramico è fra quelli maggiormente colpiti dalla crisi;
sono centinaia le case all’asta perché i proprietari, alle prese con la crisi,
non riescono più a pagare il mutuo.
«Chiediamo un maggiore coordinamento nella lotta sindacale per renderla
meno frammentata alla luce di un numero crescente di cassaintegrazioni
» spiega Francesco Santoro, delegato metalmeccanico della Terim di
Baggiovara
che chiede l’intervento delle istituzioni locali per il blocco
dei licenziamenti e degli sfratti e l’aiuto delle banche per bloccare i mutui.
L’iniziativa è partita dal comparto ceramico e metalmeccanico ma l’intenzione
è quella di coinvolgere nel coordinamento anche altri settori.
«Lanciamo un appello ai lavoratori – dice Pierpaolo Prandi, Delegato Rsu
della TAT
di Rubiera (Roteglia ndr.)che annuncia per venerdì prossimo, 2 dicembre (In realtò si tratta di venerdì 4 ndr.), un corteo per scongiurare gli effetti della crisi -. I lavoratori scenderanno in strada a Castellarano per rivendicare i propri diritti e chiedere azioni concrete e decise ad amministratori e sindacati». «Non siamo nati per osteggiare nessuno – conclude il sindacalista – mail nostro obiettivo è quello di portare a casa lo stipendio
e salvaguardare il posto di lavoro. Il corteo coinvolge i lavoratori della
ceramica Tat ma vi hanno già ha aderito quelli del Coordinamento Lavoratori
Zona Ceramiche e anche molti altri delegati altre fabbriche».



venerdì 30 ottobre 2009

Cominciamo a parlare di riconversione degli impianti?


Vorrei aprire questo breve post con una considerazione condivisa o che per lo meno andrebbe condivisa da tutti... Siamo di fronte a una crisi eccezionale che richiede interventi eccezionali...
Per questo quello che chiedo è se possibile ancora un maggior impegno da parte di tutte le forze in campo; amministrazioni (quindi regione, provincia e comuni), imprenditori (che sono più che mai parti in causa),sindacati e confindustria...
Perché seppur importanti gli ammortizzatori sociali non sono sufficienti in particolare nel lungo termine, l'occupazione è ciò che realmente sta più a cuore ai lavoratori.
Lavoratori che sono vittime di imprenditori “creativi” ai quali è permesso di chiudere un azienda senza pagarne le conseguenze,come nel caso della TAT ceramiche o della ceramica Pioppe di Roteglia, a di recente anche alla ceramica Impronta di Rubiera.
Le forze in campo non devono permettere la chiusura degli stabilimenti, le forze in campo mi piacerebbe anche che cominciassero a parlare di riqualificazione degli impianti,
Si perché il distretto ceramico sta imboccando un percorso di ridimensionamento che la crisi attuale sta solo accellerando,
L'ingresso di nuovi paesi produttori di piastrelle ceramiche nel mercato sta riducendo gli spazi d'esportazione in particolare su quei prodotti di prezzo medio-basso.
Il distretto ceramico va incontro quindi a un ridimensionamento dei volumi produttivi e di conseguenza ad una riduzione degli addetti occupati nel settore.
E' quindi fondamentale ampliare l'offerta di produzioni al fine di non essere troppo dipendenti dalla produzione ceramica.
Bisogna cercare quei prodotti e quei mercati che offrono maggiori opportunità di crescita ed incentivarli. E quale migliore opportunità c'è se non quella di provare a cominciare a riconvertire alcune di quelle ceramiche che stanno chiudendo?
Sul come farlo e su cosa produrre io non ho la presunzione di avere la risposta, ed è qui che devono scendere in campo le forze che prima ho citato con idee, risorse, formazione per i lavoratori...
Prandi Pierpaolo

giovedì 15 ottobre 2009

Crisi Marazzi Group

Rifondazione Comunista ha aderito e ha partecipato allo sciopero di questa mattina dei lavoratori del gruppo Marazzi, avvenuto a Modena, Sassuolo, Fiorano e a Scandiano.
E' incredibile e indecente: il gruppo Marazzi, leader mondiale nel campo delle piastrelle con 6000 dipendenti - di cui 2000 circa in Italia - e con un fatturato 2008 pari a 976,8 milioni di euro - ha annunciato in questi giorni la chiusura degli stabilimenti Ragno di Iano e di Sassuolo, degli uffici di Modena e il licenziamento di 360 lavoratori.
Poichè il fatturato sarebbe calato del 25%, Marazzi vuole delocalizzare per abbattere il costo del lavoro, e i due stabilimenti emiliani, e le persone che vi lavorano, non servono più.
E' necessario che la mobilitazione dei lavoratori prosegua, ed è fondamentale che i sindacati supportino e appoggino la lotta e il conflitto.
E' necessario che le istituzioni intervengano per fermare quello che sarebbe un colpo gravissimo all'economia e alla società emiliana-romagnola.
Ancora una volta si vuol far pagare esclusivamente ai lavoratori il prezzo della crisi: è ora di finirla.

Nando Mainardi - segretario Prc Emilia-Romagna

Stefano Lugli - segretario Prc Federazione Modena

Mirco Tincani - segretario Prc Federazione Reggio Emilia

lunedì 12 ottobre 2009

Villa Minozzo tra i comuni più indebitati...

Mutui, prestiti, obbligazioni: i debiti delle amministrazioni locali superano i 500 milioni. Castellarano maglia nera fra i Comuni. E l'Amministrazione provinciale è la più indebitata dell'Emilia-Romagna.
Gli enti locali reggiani hanno più di mezzo miliardo di euro di debiti. Non stiamo parlando dell'indebitamento complessivo, che è molto superiore, ma dei debiti contratti dai 45 Comuni e dall'Amministrazione provinciale per finanziare gli investimenti attraverso l'accensione di mutui e prestiti, il ricorso al credito e l'emissione di obbligazioni. Alla fine dell'anno scorso, il Comune capoluogo aveva 154,2 milioni di debito residuo e gli altri 44 Comuni della provincia 208,3. A questi bisogna aggiungere i 140,5 milioni di debiti dell'Amministrazione provinciale.
Sono tanti 503 milioni di euro di debiti? Sicuramente non sono pochi. E costano cari. Nel 2008 gli enti locali reggiani hanno pagato complessivamente 24 milioni di euro di interessi passivi e oneri finanziari. La Provincia di Reggio è la più indebitata fra le amministrazioni provinciali della regione: i 140 milioni di debiti residui rappresentano quasi il doppio delle entrate correnti (76 milioni). Il Comune di Reggio sta un po' meglio: ha 154 milioni di debiti e 131 di entrate correnti. Ma tra i Comuni capoluogo di provincia soltanto Ferrara e Forlì sono messi peggio.
Fra i Comuni della provincia, i più indebitati in rapporto alle entrate correnti sono nell'ordine quelli di Castellarano, Toano e Villa Minozzo. Devono rimborsare debiti pari al doppio delle entrate e anche più. Castellarano, addirittura, ha più debiti di Correggio, Guastalla e Casalgrande messi assieme. I Comuni meno indebitati, invece, sono Rolo, Collagna e Poviglio. A Rolo, maglia rosa di questa classifica, i debiti si fermano a poco più di 200 mila euro: meno del 10 per cento delle entrate.

martedì 6 ottobre 2009

Pubblica assemblea a Castellarano


Sabato 10 ottobre alle ore 15,00,presso il cinema Belvedere di Castellarano, si terrà un interessante iniziativa. Una pubblica assemblea sui temi lavoro e precarietà. Organizzata dal circolo PRC di Castellarano in collaborazione con gli altri circoli del distretto ceramico, interverranno il segretario di zona della Filcem-Cgil Luca Chiesi, il segretario regionale PRC Nando Mainardi, il consigliere regionale PD Gianluca Rivi, oltre a Alberto Ferrigno e Matteo Gaddi.Saranno presenti anche diversi delegati RSU della zona ceramica. Il PRC di Villa Minozzo oltre a essere presente collaborerà nella promozione dell'evento.

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