Vorrei aprire questo breve post con una considerazione condivisa o che per lo meno andrebbe condivisa da tutti... Siamo di fronte a una crisi eccezionale che richiede interventi eccezionali...
Per questo quello che chiedo è se possibile ancora un maggior impegno da parte di tutte le forze in campo; amministrazioni (quindi regione, provincia e comuni), imprenditori (che sono più che mai parti in causa),sindacati e confindustria...
Perché seppur importanti gli ammortizzatori sociali non sono sufficienti in particolare nel lungo termine, l'occupazione è ciò che realmente sta più a cuore ai lavoratori.
Lavoratori che sono vittime di imprenditori “creativi” ai quali è permesso di chiudere un azienda senza pagarne le conseguenze,come nel caso della TAT ceramiche o della ceramica Pioppe di Roteglia, a di recente anche alla ceramica Impronta di Rubiera.
Le forze in campo non devono permettere la chiusura degli stabilimenti, le forze in campo mi piacerebbe anche che cominciassero a parlare di riqualificazione degli impianti,
Si perché il distretto ceramico sta imboccando un percorso di ridimensionamento che la crisi attuale sta solo accellerando,
L'ingresso di nuovi paesi produttori di piastrelle ceramiche nel mercato sta riducendo gli spazi d'esportazione in particolare su quei prodotti di prezzo medio-basso.
Il distretto ceramico va incontro quindi a un ridimensionamento dei volumi produttivi e di conseguenza ad una riduzione degli addetti occupati nel settore.
E' quindi fondamentale ampliare l'offerta di produzioni al fine di non essere troppo dipendenti dalla produzione ceramica.
Bisogna cercare quei prodotti e quei mercati che offrono maggiori opportunità di crescita ed incentivarli. E quale migliore opportunità c'è se non quella di provare a cominciare a riconvertire alcune di quelle ceramiche che stanno chiudendo?
Sul come farlo e su cosa produrre io non ho la presunzione di avere la risposta, ed è qui che devono scendere in campo le forze che prima ho citato con idee, risorse, formazione per i lavoratori...
Prandi Pierpaolo
Per questo quello che chiedo è se possibile ancora un maggior impegno da parte di tutte le forze in campo; amministrazioni (quindi regione, provincia e comuni), imprenditori (che sono più che mai parti in causa),sindacati e confindustria...
Perché seppur importanti gli ammortizzatori sociali non sono sufficienti in particolare nel lungo termine, l'occupazione è ciò che realmente sta più a cuore ai lavoratori.
Lavoratori che sono vittime di imprenditori “creativi” ai quali è permesso di chiudere un azienda senza pagarne le conseguenze,come nel caso della TAT ceramiche o della ceramica Pioppe di Roteglia, a di recente anche alla ceramica Impronta di Rubiera.
Le forze in campo non devono permettere la chiusura degli stabilimenti, le forze in campo mi piacerebbe anche che cominciassero a parlare di riqualificazione degli impianti,
Si perché il distretto ceramico sta imboccando un percorso di ridimensionamento che la crisi attuale sta solo accellerando,
L'ingresso di nuovi paesi produttori di piastrelle ceramiche nel mercato sta riducendo gli spazi d'esportazione in particolare su quei prodotti di prezzo medio-basso.
Il distretto ceramico va incontro quindi a un ridimensionamento dei volumi produttivi e di conseguenza ad una riduzione degli addetti occupati nel settore.
E' quindi fondamentale ampliare l'offerta di produzioni al fine di non essere troppo dipendenti dalla produzione ceramica.
Bisogna cercare quei prodotti e quei mercati che offrono maggiori opportunità di crescita ed incentivarli. E quale migliore opportunità c'è se non quella di provare a cominciare a riconvertire alcune di quelle ceramiche che stanno chiudendo?
Sul come farlo e su cosa produrre io non ho la presunzione di avere la risposta, ed è qui che devono scendere in campo le forze che prima ho citato con idee, risorse, formazione per i lavoratori...
Prandi Pierpaolo